SAN TOMMASO D’AQUINO
A5 - Perché Dio non può cambiare il passato
Summa Theologiae, Parte I, Quaestio XXV, art. 4.
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1. Sembra che1 Dio possa fare in modo che le cose passate non siano avvenute.
2. Infatti, ciò che è impossibile in sé2 è più impossibile di ciò che è impossibile solo per accidente3. Ma Dio può fare ciò che è impossibile in sé, come dare la vista a un cieco o resuscitare un morto. Tanto più, perciò, Dio può fare ciò che è impossibile solo per accidente. Ora, che le cose passate non siano avvenute è impossibile solo per accidente; che Socrate non abbia corso è impossibile solo per accidente: per il fatto che la sua corsa c’è stata. Ne consegue che Dio può fare in modo che le cose passate non siano avvenute.
3. Inoltre, tutto ciò che Dio ha fatto in passato può farlo ancora4, poiché la sua potenza non diminuisce. Ebbene, Dio poteva, prima che Socrate corresse, fare in modo che non corresse. Ne consegue che, dopo che Socrate ha corso, Dio può fare in modo che non abbia corso.
4. Inoltre, la carità è una virtù più grande della verginità5. Ebbene, Dio può riparare alla perdita della carità. Perciò può riparare anche alla perdita della verginità. Ne consegue che può fare in modo che colei che è stata corrotta non sia stata corrotta.
5. D’altra parte, tuttavia, c’è quello che dice Girolamo6: benché Dio possa tutto, non può trasformare una corrotta in incorrotta. E quindi, per la stessa ragione, non può fare in modo che una qualsiasi azione passata non sia avvenuta.
6. Rispondo7: si deve affermare che – come sopra si è detto – sotto l’onnipotenza di Dio non ricade ciò che implica contraddizione8. Ebbene, che le cose passate non siano avvenute implica contraddizione. Come implica contraddizione il dire che Socrate “siede” e “non siede”, allo stesso modo implica contraddizione il dire che egli “è stato seduto” e “non è stato seduto”. Dire che “è stato seduto” equivale a dire che ciò è avvenuto in passato; dire che “non è stato seduto” equivale a dire che ciò non è avvenuto. Pertanto la divina potenza non può fare in modo che le cose passate non siano state. E questo è ciò che dice Agostino, Contro Fausto: chiunque dica «se Dio è onnipotente, faccia in modo che le cose avvenute non siano avvenute», è come se dicesse, senza accorgersene: «se Dio è onnipotente, faccia in modo che le cose vere siano false, per il fatto stesso di essere vere9». E il Filosofo10 dice (in Ethica, VI), che Dio è privato di una sola cosa: fare in modo che le cose avvenute non siano avvenute.
7. Rispetto al primo argomento11 si deve osservare: sebbene sia impossibile per accidente che le cose accadute non siano accadute (se prendiamo in considerazione il fatto che è avvenuto12, e cioè la corsa di Socrate), tuttavia, se prendiamo in considerazione il passato nella sua natura di passato13, allora è impossibile – non solo in sé, ma assolutamente, in quanto implica contraddizione – che ciò che è avvenuto non sia avvenuto. Quindi ciò è più impossibile che far risuscitare un morto, il che non implica contraddizione: infatti questo si definisce “impossibile” in relazione a una certa capacità, cioè quella naturale14. Dunque tali cose impossibili soggiacciono alla potenza divina15.
8. Quanto al secondo argomento16 si deve osservare: come Dio, secondo la perfezione della divina potenza, può tutto, ma alcune cose non soggiacciono alla sua potenza poiché mancano della possibilità di avvenire; così, se si guarda all’immutabilità della divina potenza, Dio può tutto ciò che ha potuto in passato; ma alcune cose una volta (quando ancora dovevano avvenire) ebbero la possibilità di avvenire; ora non hanno più tale possibilità (perché sono fatti compiuti). Così diciamo che Dio non può fare avvenire quelle cose, perché esse non possono avvenire17.
9. Riguardo al terzo argomento18 si deve osservare: Dio può togliere da una donna corrotta ogni corruzione di mente e di corpo; ma non può toglierle in modo tale da far sì che essa non sia stata corrotta. Allo stesso modo, non può togliere il peccato da un peccatore facendo sì che non abbia peccato e che non abbia perduto la carità.

1 Sembra che: il capitolo della Summa di Tommaso ha per oggetto l’onnipotenza divina, e in particolare una questione: può Dio, che è onnipotente, fare in modo che le cose accadute non siano accadute? Dapprima si esamina l’antitesi, cioè la tesi contraria a quella sostenuta da Tommaso: a prima vista infatti, se Dio può fare tutto, sembra che possa anche fare in modo che ciò che è accaduto non sia accaduto.

2 impossibile in sé: impossibile per sua natura. Per fare un esempio, è «impossibile in sé» che un cane parli, in quanto questo contrasterebbe con la natura del cane.

3 impossibile solo per accidente: sono «accidenti» quelle proprietà di una cosa che non sono essenziali, che non discendono cioè necessariamente dalla sua natura. Che un cane sia bianco, ad esempio, è un accidente, perché non è necessario che tutti i cani siano bianchi. È impossibile che un cane bianco sia nero, ma solo per accidente: perché quel cane è nato, appunto, di colore bianco. Si tratta di una impossibilità meno assoluta dell’impossibilità che il cane parli, che discende invece dalla sua natura.

4 Inoltre… ancora: si tratta di un’altra argomentazione che sembra rafforzare l’antitesi, ma che sarà successivamente confutata.

5 Inoltre… verginità: ulteriore argomentazione a favore dell’antitesi.

6 D’altra parte… Girolamo: si inserisce a questo punto una autorità, quella di Girolamo, in contrasto con l’antitesi.

7 Rispondo: comincia qui l’enunciazione della tesi sostenuta da Tommaso.

8 sotto l’onnipotenza… contraddizione: è la premessa maggiore del ragionamento con cui Tommaso espone la propria tesi. Dio è onnipotente, ma non può andare contro il principio di non contraddizione, cioè uno di quei «principi naturalmente insiti nella ragione» su cui si basa la logica umana, e che deriva del resto direttamente da Dio [A4].

9 faccia in modo… vere: chiedere a Dio di far sì che le cose accadute non siano accadute è come chiedergli di far sì che ciò che è vero sia falso proprio perché è vero: cosa che, evidentemente, viola il principio di non contraddizione.

10 il Filosofo: per antonomasia, Aristotele.

11 Rispetto al primo argomento: dopo la dimostrazione della tesi sostenuta da Tommaso (6) si passa alla confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi. Qui si confuta l’argomento del capoverso 2, dimostrando che ciò che a prima vista sembrava impossibile per accidente era in realtà impossibile in sé.

12 se prendiamo… avvenuto: si avrebbe impossibilità per accidente se si prendesse in considerazione astrattamente la corsa di Socrate, senza considerare che essa ormai è un fatto passato.

13 se prendiamo… passato: se prendiamo in considerazione non la corsa di Socrate astrattamente considerata, ma tale corsa come fatto passato, ci accorgiamo che far sì che Socrate non abbia corso è ormai impossibile in sé, e non solo per accidente.

14 quella naturale: quella umana. Far risuscitare un morto è impossibile perché l’uomo non ne ha la possibilità, ma è possibile per Dio in quanto non implica contraddizione. Implicherebbe contraddizione, invece, il far sì che il morto non fosse mai morto.

15 Dunque… divina: le cose impossibili per l’uomo, ma non contraddittorie, possono essere compiute dalla onnipotenza divina.

16 Quanto al secondo argomento: confutazione dell’argomento a favore dell’antitesi di cui al capoverso 3.

17 Così… avvenire: Dio non può cambiare il passato non perché la sua onnipotenza diminuisca nel tempo, ma perché alcune cose, un tempo possibili, non lo sono più. Far sì che Socrate non corresse era possibile perché non implicava alcuna contraddizione; ma, una volta che egli ha corso, diventa impossibile perché contraddittorio.

18 Riguardo al terzo argomento: confutazione dell’argomento a favore dell’antitesi di cui al capoverso 4.


A5 - Analisi del testo
Questo capitolo della Summa appartiene al genere della quaestio, una ricerca razionale intorno a un tema controverso che ha il suo capostipite in Pietro Abelardo (1079-1142). Nella quaestio si esaminano gli argomenti favorevoli a una tesi, li si confrontano con gli argomenti contrari e, alla fine, si conferma o si smentisce la tesi. Il metodo della quaestio può applicarsi anche ad alcune verità di fede: essa segna pertanto una tappa nell’affrancamento del pensiero dal principio di autorità.
In generale, una quaestio si presenta come un testo argomentativo costruito secondo questo schema di fondo:
a) si enuncia la tesi A (che potrà essere o meno confermata), introducendola con la formula «videtur quod» (sembra che);
b) si illustrano gli argomenti a favore della tesi A;
c) si introduce la tesi B, con la formula «sed contra» («d’altra parte»);
d) si introducono gli argomenti a favore della tesi B;
e) si risolve la disputa, confutando gli argomenti a sostegno della tesi perdente.
Nel caso in questione, il testo è così articolato:
a) enunciazione della tesi secondo cui Dio può cambiare il passato (1). Poiché tale tesi sarà confutata da Tommaso, è corretto definirla «antitesi».
b) argomenti a favore dell’antitesi (2, 3, 4);
c) introduzione della tesi sostenuta da Tommaso (attraverso la citazione di Girolamo, 5);
d) argomenti a favore della tesi sostenuta da Tommaso (6);
e) confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi (7, 8, 9).
Il fulcro dell’argomentazione è il sillogismo (6) con cui si dimostra la tesi sostenuta da Tommaso (l’impossibilità, anche per Dio, di fare in modo che le cose accadute non siano accadute):
- «sotto l’onnipotenza di Dio non ricade ciò che implica contraddizione» (premessa maggiore);
- se si affermasse che le cose passate non sono passate si cadrebbe in contraddizione (premessa minore);
- dunque Dio non può fare in modo che le cose passate non siano passate (conclusione).

Il problema della divina onnipotenza viene quindi passato al vaglio di una rigorosa argomentazione razionale, che giunge a porre dei “limiti” a questa onnipotenza. Tali “limiti” coincidono in realtà con i «principi naturalmente noti» che il Creatore ha infuso negli uomini fin dalla nascita, e che costituiscono il fondamento dell’umana possibilità di conoscere; tali principi non possono mai entrare in contrasto con le verità di fede [A4].